La proposta artistica di Andrea Cavallaro è caratterizzata dalla ricerca cromatica, formale, tecnica, interiore. Le figure stilizzate, come il cuore, il simbolo del finito, che egli trasforma spezzando il simbolo matematico dell'infinito, la scacchiera ed altri che fanno da sfondo ai soggetti principali che campeggiano sulla tela, rappresentano il risultato del percorso concettuale. Il rapporto tra l'oggetto, il contesto in cui viene rappresentato ed il significato che vuole esprimere, è da ricercarsi nella giocosità delle forme enfatizzate dalla ricerca dei materiali utilizzati.
Il punto di partenza, nella simbologia, è il gioco degli scacchi che rappresenta la vita dell'uomo. Questi ha a disposizione un numero finito di mosse che condizioneranno la sua realtà.
La partita più importante che noi giocheremo - dice l'artista- sarà quella che determinerà il nostro destino.
L'elaborazione della scacchiera in pentagramma per la scrittura braille, permette all'autore di riprodurre il titolo delle opere come se fossero una partita che viene giocata su ogni quadro, in modo differente ed unico.
L'espressione artistica di Cavallaro utilizza la sabbia del Po e la cenere dell'Etna, per simboleggiare la sua origine padano-siciliana.
I lavori di Cavallaro, da come appaiono nelle tele, sono definiti e delimitati. Sarà da questa costrizione che l'artista sente la necessità di uscire e cercare un infinito? E' la condizione umana finita, forse, che permette di percepire l'infinito e di ricollegarlo a Dio, inteso come Forza Superiore? Proprio come gli eventi sincronici della vita che generano la vita stessa ed i suoi valori?
L'elaborazione della forma, in armonia con la ricerca interiore e la crescita spirituale, conduce alla rappresentazione dell'Angelo che è l'emblema della purezza.
E' la materia, infatti, l'origine dell'evoluzione artistica che conduce Andrea Cavallaro alla sintesi della consapevolezza dell'essere. Ed è proprio quest'evoluzione che permette la riscoperta del gioco, come forma di "leggerezza" tesa a considerare che la vita va vissuta in quanto tale, nel piacere di prenderci cura della propria anima.
Nelle ultime opere, della serie "La materia dell'anima", Cavallaro ha compiuto un ulteriore passo verso tale piacere, eliminando tutto il "superfluo", che condiziona il nostro quotidiano, enfatizzando la figura in un unico gioco di luci ed ombre, di materia e colore, quasi a farci toccare con mano l'anima dei singoli elementi, che per la maggior parte delle persone risultano insignificanti, ma che per l'artista, concorrono in modo fondamentale, ad originare la nostra realtà.
E' questa la risposta di Cavallaro alla crisi, sia interiore che economica, che stiamo vivendo.
L'originalità di Cavallaro è fondamento delle sue opere, in quanto la sua formazione lo ha portato ad essere riconoscibile nella sua unicità di pensiero.
La sua arte riscuote molto successo, soprattutto tra i giovani, poiché interpreta la freschezza degli adolescenti, la leggerezza della quotidianità e la giocosità dell'espressione della vita; gli adulti colgono, invece, l'espressione più autenticamente serena in un equilibrio compositivo.
Articoli di Annalisa Marini pubblicati su Album e Sermidiana
NOTE BIOGRAFICHE:
Andrea Cavallaro nasce a Mantova il 27/12/1969, compie studi tecnici, conseguendo la maturità tecnica per Geometri. Lavora come libero professionista ad Ostiglia e risiede a Revere, dove opera come pittore.
Inizia la sua attività artistica molto giovane.
Espone nel 2006 alla galleria "Arte-Arte" di Maurizio Allegretti a Villa Poma.
Nel 2007 espone con una personale in Palazzo Ducale a Revere.
Nel 2008 partecipa ad una collettiva multiculturale sempre in Palazzo Ducale a Revere.
Nel 2009 vince il 1° premio, nella sezione a tema libero, con l'opera "Cavallo di Battaglia" al 1° Concorso di Pittura e Scultura promosso dal comune di Ostiglia.
Nel 2009 incontra gli studenti con una personale dal titolo "Giochi di parole" allestita presso il salone della Scuola Secondaria di primo grado di Revere.